mercoledì 14 dicembre 2011

Google Panda : propaganda,democratizzazione o basta SEO?


Google Panda è stato lanciato per la prima volta a febbraio 2011 in USA ed esteso al resto del mondo, inclusa l’Italia (sono interessate tutte le lingue, tranne giapponese, cinese e coreano), nel mese di agosto. Il lancio fatto solo sul inglese ha avuto come prima conseguenza una rivoluzione nei risultati di ricerca in google.com, cambiando circa il 20% delle posizioni secondo Google; alcuni siti web americani che vivevano di traffico naturale hanno perso in pochi giorni il 50% di traffico a causa di una perdita secca del ranking.


Panda è una vera e propria rivoluzione in quanto introduce in primo luogo la valutazione della qualità di un sito in modo algoritmico, in secondo luogo Google per la prima volta, ha condotto una ricerca sul consumatore e incorporato il parere umano nel suo meccanismo di calcolo algoritmico. Panda sembra quindi essere concentrato principalmente nel premiare l’unicità dei contenuti e la qualità dei contenuti e la qualità dell’esperienza di navigazione per gli utenti. In altre parole l’obiettivo di google è dare agli utenti dei risultati di alta qualità alle interrogazioni, riducendo il numero di siti con contenuti di bassa qualità nelle prime posizioni delle classifiche. Questo perché esistono siti che vivono di traffico naturale attraverso il riciclo e ottimizzazione dei contenuti altrui finalizzato soltanto a guadagnare ranking e ricavare soldi dal traffico web.  


Con l’avvento del nuovo algoritmo Panda e delle nuove regole impostate da Google, la vita degli esperti SEO (Search Engine Optimization), ovvero coloro che trascorrono la propria esistenza a cercare nuovi metodi per trascinare gli utenti di Google sui siti web, si è fatta sempre più dura. La lotta per accaparrarsi traffico dal motore di ricerca ha generato un vero e proprio mercato, che nella storia ha avuto diverse evoluzioni, a partire dalla nascita dei cosiddetti “contenutifici” ovvero quei siti in cui i contenuti erano prodotti a peso, con il solo intento di sviluppare pagine viste ed introiti pubblicitari, senza minimamente curarsi della qualità dei contenuti, spesso usando algoritmi automatici per generare pagine piene di parole chiave.

Google è però diventato sempre più “intelligente”, generando una vera e propria rincorsa tra gatto e topo, con gli esperti SEO ad inventare nuovi trucchi e Google a trovare nuove contromosse. Il SEO è considerato una vera e propria scienza, che parte da numerosi assunti circa le modalità con cui realizzare un sito web ed i suoi contenuti. Google nel frattempo ha rafforzato sempre di più il suo “Team Antispam”, ovvero un dipartimento dedicato esclusivamente a controbattere colpo su colpo a coloro che puntavano a generare traffico puntando esclusivamente sulla tecnologia e non sulla qualità editoriale.


Google quindi punta ormai esclusivamente sulla qualità intrinseca del contenuto e non su come è realizzato il codice HTML che lo contiene. Sembrerebbe, quindi, che Google cominci a fregarsene della forma e vada alla sostanza, con obiettivo di fare trovare i buoni contenuti a chi li cerca. Unica preoccupazione sarebbe scrivere ottimi contenuti, accessibili, interessanti, con buoni titoli. Ma non ci sarà più alcun premio per chi segue regole SEO dei manuali o cerca trucchi tecnologici.


Se pertanto avete un blog o se siete un’azienda che sta per stanziare un budget per pagare costosi esperti SEO, forse è il caso di pensarci bene e magari spendere più tempo e soldi per produrre ottimi contenuti.


Resta il fatto che Google sta, di nuovo, cambiando il paradigma. Ma se ci pensate, in tutta questa storia c’è una coerenza di fondo: il più grande sito oggi al mondo non ha mai avuto bisogno del SEO per farsi trovare. Si chiama, appunto, Google.


In sintesi Google Panda segna un nuovo corso nel modo di aggiornare l’algoritmo; se google continua a lavorare in questo senso, la voce dell’utente sarà ulteriormente integrata nel meccanismo di ricerca e l’algoritmo premierà i siti di qualità più attivi dal punto di vista social. Molte secondo me sono le domande da porsi. 


Il web si sta effettivamente democrartizzando?
E' propaganda pro-google? Non c'è da verificarlo osservando andamento dei nostri siti!
E' una reazione al crescente strapotere di facebook? 
Il consum-attore regna sovrano anche sul web?
Che futuro ha il SEO?


Sono solo alcune ..

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