domenica 30 dicembre 2012

In Italia solo un'azienda su tre investe nel canale ecommerce


Dalla ricerca presentata a Milano da Business International, in occasione dell'evento "E-Commerce Power 2013", emerge innanzitutto come solo il 29% delle imprese investa in un negozio elettronico. Per contro, il web è il secondo canale di vendita più sfruttato.

Fra le prime c'è l'assunzione del canale telematico a strumento ideale, dopo il negozio fisico, per fare business: se lo scaffale rimane nettamente il mezzo più utilizzato dal 74% del campione esaminato, il web raccoglie infatti il 58% delle preferenze e interessanti sono le percentuali che riguardano i social network (12%) e il mobile (9%).
 Oltre al risicato numero di aziende già attive con un proprio e-shop, spicca quello del 34% di aziende , che non solo non ha ancora un canale ecommerce, ma  che coerentemente dichiara di non aver intenzione di realizzarne ed utilizzarne uno in futuro. Il 37%, per contro, ha confermato di implementarlo ma non prima di tre anni.

Se è da un lato è vero che l’adozione di canali telematici in questo momento siano sinonimo di multi canalizzazione, riduzione dei costi di struttura e crescita,  dimentichiamoci che ecommerce sia una strada priva di ostacoli, i più citati dalle aziende già attive online sono la difficoltà a raggiungere soddisfacenti tassi di conversione dei visitatori in clienti, lo scetticismo dei consumatori verso forme di pagamento digitali, garanzie di qualità sul prodotto, spedizioni e assistenza post-vendita. L'acquisto a distanza, privato della possibilità di "toccare con mano" il prodotto, è per le imprese italiane ancora una barriera non indifferente da abbattere. Non è di fatto un caso che l'incidenza delle attività di commercio elettronico in relazione a quelle complessive dell'azienda per il 60% delle aziende intervistate : il fatturato proveniente dalle vendite online è inferiore al 10% del totale.
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venerdì 28 dicembre 2012

NFC (near field comunication) : penetrazione difficile in Italia


In Italia, la penetrazione degli smartphone, sempre più marcata e pari al 55% (fonte Nielsen), e la diffusione del broadband mobile (64%, fonte Gsma), non fanno ancora da reale traino all'evoluzione dei pagamenti elettronici.

Telecom Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e PosteMobile hanno annunciato un accordo per lo sviluppo di una piattaforma di Mobile payment basata su tecnologia Nfc (Near field communication), al fine di garantire l'interoperabilità delle soluzioni tecniche secondo gli standard Gsma, l'associazione internazionale degli operatori mobili.
L'obiettivo è la creazione di un sistema nazionale che permetta una diffusione dei servizi di pagamento contactless tramite smartphone. I piani di sviluppo degli operatori prevedono la realizzazione di un'architettura che possa semplificare l'integrazione di un numero crescente di banche e istituti che emettono carte di pagamento e permettere loro di offrire servizi sulla nuova piattaforma mobile. La Sim degli operatori sarà il cardine del sistema.
Già entro la fine del 2013, si prevede che circa l'80% degli smartphone sarà equipaggiato con tecnologia Nfc, mentre il numero di negozi dotati di pos abilitati al pagamento contactless sarà superiore a 150mila.

Il recente Nfc & Mobile Money Summit, dedicato allo sviluppo delle applicazioni legate alla tecnologia Nfc, ha però svelato che la strada da percorrere è ancora molto lunga in Italia. Si sconta una certa ritrosia culturale: prudenza o sospetto?
“Già adesso c'è la massa critica sufficiente per condurre operazioni credibili per esempio a Milano che è un bacino principale”, racconta l'Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano. “La maggior parte degli smartphone (non l'iPhone) vede già installata la tecnologia Nfc. I Pos contactless già attivi sono circa 15mila ma sono almeno 10 volte di più quelli abilitati e "dormienti", a cui manca il software”.

L'altro lato della fiducia è rappresentato dagli esercenti. Siamo indietro e c'è bisogno di far riconoscere il valore dell'Nfc. I grandi pensano già a come introdurre il sistema. La grande distribuzione, ad esempio, deve ancora comprenderne l'utilità, oltre al pagamento in sé, ci sono molte altre applicazioni che potrebbero dar valore al Nfc: il self-scanning, le informazioni approfondite sui prodotti, il tema del couponing, dell'offerta speciale e della fedeltà. Quel che è certo che è tutto parte di un processo più ampio, che include anche la formazione degli addetti.
I clienti? I consumatori hanno una conoscenza limitata del mondo Nfc. Non mancano le dimostrazioni di apertura né la disponibilità di massa, ma i modi di sperimentare. Sono probabilmente gli esercenti che devono dare importanza e creare l'interesse delle telco. In attesa che la svolta si compia e si riempia il fossato culturale, si fanno accordi e si affacciano decine di soluzioni, dal QRCode ai device di lettura delle carte. 
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mercoledì 19 dicembre 2012

Il gruppo Oltremare punta sul dynamic packaging




Dynamic packaging, la scelta del gruppo Oltremare

Buon riscontro del sistema Travelab, lanciato ad inizio 2012. Pur restando la semplicità la forza del sistema, è in previsione una versione 2.0 in uscita a gennaio, “con molte interessanti novità”

Messaggio promozionale
In un segmento fortemente concorrenziale quale quello del lungo raggio, il gruppo Oltremare punta da quest’anno sulla carta del pacchetto dinamico. E lo fa grazie all’utilizzo del sistema di dynamic packaging Travelab, lanciato proprio ad inizio 2012. “E’ un ottimo strumento per quelle agenzie che sono abituate a dare riscontri immediati sia in termini di pricing che di logistica alla propria clientela – spiega Luca Adami, da poco in forze al gruppo in qualità di direttore marketing -, uno strumento pensato, caricato e strutturato da specialisti sulle destinazioni proposte”.
Nel presentarla, qualche mese fa, Alberto Giorgio dichiarava che tale novità avrebbe “rivoluzionato” il modo di operare delle agenzie che collaborano con il gruppo. E’ stato così?
“Travelab ha già raggiunto dei risultati molto interessanti in termini di vendita – ci viene risposto -. Non sappiamo se ha rivoluzionato il modo di lavorare delle adv, ma sicuramente ha rivoluzionato il nostro. Travelab è usato anche internamente da nostri operatori booking: essendo interfacciato con un media di 5/10 fornitori su ogni destinazione operativa, fa in automatico un benchmark di prezzo e disponibilità di ogni servizio richiesto dall’agenzia o dal nostro operatore. Questo ci sta pertanto permettendo da un lato di ottimizzare i nostri tempi di risposta, dall’altro di presentarci molto più competitivi in termini di prezzo sul mercato”.
Pur restando la semplicità la forza del sistema, è in previsione una versione 2.0 in uscita a gennaio, “con molte interessanti novità”.
L’intervista completa sul numero di Guida Viaggi in distribuzione. (e.c.)

lunedì 17 dicembre 2012

Perchè utilizzare Mailchimp per le newsletter


Abbiamo richiesto alla rete vendita di intensificare i contatti via email con le agenzie, un mio collaboratore mi ha suggerito www.mailchimp.com ed in questi giorni ci ho giocato, cercando di carpirne il funzionamento per trasmetterlo ai colleghi.  Non è privo di difetti, probabilmente complesso per chi non sa l'inglese, ma nel insieme devo dire che mi ha ampiamente soddisfatto. 

Volendo scriverci un post sopra ... ho trovato il seguente .. il più semplice e diretto ..è "Perchè usare mailchinp" per mandare le newsletter, rispetto al proprio outlook o peggio ancora la propria webmail. 
  • Perchè è semplice:
  • Perchè è uno strumento gratuito fino ai 2.000 iscritti e 12.000 email inviate al mese, 
  • Perchè le newsletter sono indirizzate direttamente ai vostri contatti e non inserite in un unico calderone di contatti in “CCN – conoscenza nascosta”. Evitando, almeno in parte i motori anti – spam.
  • Perché il sistema da’ la possibilità di suddividere i vostri contatti in diverse liste/gruppi a seconda delle vostre esigenze (ad esempio clienti, collaboratori, fornitori, ecc..);
  • Perchè permette di importare una lista di contatti già in vostro possesso sia tramite file excel o altre estensioni;
  • Perché vi permette di esportare i contatti importati e gli iscritti alla vostra newsletter;
  • Perché è un mailer esterno e le newsletter sono pertanto inviate dal server del mailer e non dal vostro IP.
  • Perché elimina i doppioni e cancella in modo automatico dalla lista le email che non risultano più attive; 
  • Perché offre Report completi e tiene traccia per ogni campagna del tasso di apertura che ha avuto (chi ha aperto la newsletter e chi non, a che ora del giorno, in più la top 10 dei contatti che più hanno aperto le vostre newsletter), dei click sui vari link, dei retweet o mi piace. 
  • Perché vi permette di scegliere e personalizzare diversi template e tramite è un comodo editor di testo di modificare testi, immagini, colori dei link e colori di sfondo; 
  • Perché è possibile inserire a lato codice i pulsanti di condivisione su Facebook e Twitter e il “like” di Facebook: in questo modo, chi riceve la newsletter può, oltre che inoltrarlo ai suoi contatti, condividerlo anche sui social network;
  • Infine funzionalità chiave permette di pianificarne l’invio della newsletter in un determinato giorno ad una determinata ora.
Non è al altezza di uno strumento professionale, ma è molto più semplice da utilizzare rispetto ai molti che ho usato in questi anni . 
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domenica 9 dicembre 2012

Il viral video di Red Stripe


Red Tripe, la famosa birra giamaicana ha trasformato un tranquillo corner shop londinese in un locale reggae. Ogni cliente sul punto di afferrare una bottiglia avviava infatti un circuito elettronico chefaceva suonare tutto il negozio.
Il motivo eseguito scelto dall’agenzia KK Outlet è “A Message to You, Rudy” di Dandy Livingstone, iconico brano giamaicano. Dieci telecamere opportunamente nascoste hanno quindi documentato le reazioni divertite e stupite dei clienti.

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Italia è il terzo paese al mondo per download illegali

L'Italia, in base alla prima ricerca del genere firmata dalla società britannica Musicmetric, è il terzo paese al mondo con più di 33 milioni di download nei primi sei mesi dell' anno, alle spalle del Regno Unito (43 milioni) e degli Usa (96 milioni) ma molto meglio, ovvero peggio, della Francia che si ferma a quota 8 milioni.


Se i numeri si leggono in rapporto alla popolazione il primato va all'Australia, seguita da Irlanda e Slovenia con l'Italia settimo posto, il Regno Unito al quinto e gli Stati Uniti al diciassettesimo. 

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giovedì 6 dicembre 2012

Il tempo passato sui social network cresce del 21% in un anno


Arrivano a 121,18 miliardi di minuti, rispetto agli 88,48 del 2011. In un anno è aumentato del 21% il tempo trascorso su pc o smartphone: sono 129,4 i miliardi di minuti impiegati dagli utenti sulle mobile apps. Negli Stati Uniti a essere coinvolte sono soprattutto donne, l'età media è tra 25-34 anni e l'etnia prevalente ispanica. Per Pinterest in un anno è un balzo in avanti (1047%), seguito sul podio da Google+ (80%) e Tumblr (55%): segna invece un lieve arretramento Facebook (-4%) che resta il più visitato negli Usa. Il report esplora inoltre il contesto delle connessioni con i social media.

Il 16% degli intervistati sceglie tablet, preceduti soltanto da cellulari (46%) e personal computer (94%).Nella frequentazione dei social media gli utenti investono il 20% del loro tempo sui pc e il 30% su dispositivi mobili. Su dispositivi mobili Twitter mostra un incremento del tempo in cui cattura l'attenzione degli utenti del 140% in un anno.
E’ ancora presto per avere dati freschi sugli altri media, ma quello che si può da subito riscontare è lo spazio crescente  della social tv. Il 38% degli europei partecipa ai social media quando guarda la televisione Un terzo degli utenti di Twitter ha inviato messaggi relativi a programmi televisivi, ha alimentato conversazioni online. Smartphone e tablet sono adoperati durante la visione di show e film per cercare informazioni sui programmi, shopping o navigare nei social network. I display diventano anche uno spazio per trovare coupon e informazioni sui prodotti. 
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domenica 2 dicembre 2012

La festa è finita o solo iniziata? Gli incassi dei social network in ascesa


Facebook da tempo sperimenta il bottone "want" che permetterà di aggiungere le immagini di prodotti all'interno di una lista, chiamata Collections. Diventa un elenco di desideri. Ha anche varato un programma, operativo soltanto negli Usa, per chiedere il pagamento della promozione dei post al prezzo di sette dollari. E dall'estate valuta un mercato per la vendita di pubblicità in tempo reale. Inoltre, sono ormai 600 milioni gli utenti da dispositivi mobili. La maggior parte delle sue difficoltà sono a mia opinione collegate alla pressione determinata dalla sua quotazione in borsa.

Per Twitter, invece, la strada è meno in salita. Già adesso il fatturato delle inserzioni promozionali da piattaforme mobili supera il giro d'affari dei messaggi pubblicitari da desktop. Ha costruito nel tempo idee come le micropromozioni lunghe quanto un breve messaggio inviato online, il tweet, di 140 lettere e numeri. Agli inserzionisti può costare anche 100mila-120mila dollari al giorno uno spazio nella classifica dei dieci argomenti più rilevanti (trends). Sperimenta, inoltre, i sondaggi: sono micropost che appaiono nel flusso dei tweet e richiedono di esprimere la propria opinione. Ma Twitter, a differenza di altri social network, era stato progettato per essere adoperato da piattaforme mobili. Anche la lunghezza dei suoi messaggi era prevista per essere contenuta in un sms.
LinkedIn, il mio preferito, ha altri orizzonti. Può contare sugli incassi derivanti dagli abbonamenti di utenti e di professionisti, come i cacciatori di teste alla ricerca di talenti. Di recente ha varato un redesign. È tra i primi social network ad aver analizzato dati degli utenti per elaborare complesse strategie di marketing. Si tratta di un territorio ancora tutto da esplorare dove dovrà affidarsi, come le altre reti sociali digitali, alle capacità creative dei data scientist: sono nuove figure professionali che dovranno misurarsi con l'aumento del flusso di informazioni online.
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