mercoledì 13 gennaio 2016

Destagionalizzazione ...

Oggi in Italia, per effetto della concentrazione delle chiusure scolastiche e delle ferie  (negli altri paesi non è così), gli Italiani vanno in vacanza nel 80% - 85% solo in Estate (40-45% Agosto, 10%-15% Luglio, 10% Giugno e 10% Luglio). Ciò riduce la competizione tra albergatori e riduce i conseguenti investimenti.
Un hotel ha utili se è pieno al 50% . Se è a gestione famigliare deve avere almeno il 30% di riempimento … se è al di sotto di queste percentuali un hotel perde sicuramente soldi.
Se un hotel è pieno solo in certi periodi … in questi periodi un hotel è + caro. E’ normale deve recuperare quanto ha perso negli altri periodi.
Se un hotel è pieno solo in certi periodi, che sono gli stessi dei suoi competitor, non ha interesse a investire nella sua struttura, in quanto si riempie solo in quei periodi a prescindere dal suo valore competitivo.
Siete mai entrati in un ristorante, un bar, un cinema vuoto e Vi siete domandati se quel locale si pagava la serata o se era meglio che rimanesse chiuso? La risposta è che probabilmente quella serata non se la paga … ma se rimane chiuso tutte le sere che non si paga difficilmente si riempirà  le serate buone … in quanto in pochissimi saranno a conoscenza del suo locale.

Alla luce di questa semplicistica spiegazione capirete che destagionalizzare è importante :

               Aumenta investimenti …
               Aumenta competitività 
               Aumenta ricettibilità
               Continuità di servizio




Da quando faccio questo lavoro mi sento dire che un hotel per destagionalizzare deve puntare sui mercati esteri … ma la cruda verità è che per proporsi sui mercati esteri è necessario essere competitivi … avere certi standard qualitativi che si realizzano se stai destagionalizzando. "E' un gatto che si mangia la coda"? 
Ma il vero problema è invece un altro.  Ipotiziamo pertanto che l’imprenditore alberghiero abbia investito (fatto)…. sia commercialmente bravissimo e si sia quindi posizionato sul mercato estero (fatto) … abbia prenotazioni di interi pulmann di stranieri per il suo hotel (fatto), ma ristoranti, locali, bar,  musei, teatri, cinema e negozi sono tutti chiusi (successo) …. quale sarà il valore del suo investimento. In altre parole anche se gli stranieri bastassero a raggiungere i riempimenti del 50% - 30% necessari a soddisfare i budget di destagionalizzazione (fatto di per sé già molto difficile), questi non basterebbero mai per sostenere l’economia della località turistica e questo investimento sarebbe pertanto annullato dall’insoddisfazione del cliente e dalla frustrazione di non avere portato ricchezza ai concittadini.

Alla luce di questi ragionamenti a cui la maggior parte delle destinazioni si sono già adeguati la destagionalizzazione deve partire dal mercato interno … in quanto quello è imprescindibile per la creazione di uno “zoccolo duro” di presenze sufficiente a garantire l’apertura delle attività locali, la loro redditività e quella dei propri alberghi.
Destagionalizzare non significa aumentare le vacanze degli Italiani, bensì gestirle in maniera strategica.
Il Black Out di Agosto non è più giustificato. Certe attività devono garantire una continuità di servizio e di produzione ... forse che questo farebbe bene anche a creare nuova occupazione?
Le vacanze estive scolastiche di tre mesi, che tanto complicano la logistica e i budget delle famiglie, dovrebbero gradualmente ridursi, ciò permetterebbe di recuperare dei giorni di vacanza da distribuire nel resto del anno.
Se ridurre i tre mesi dovesse trovare delle resistenze in ogni caso sarebbe bene differenziarle in maniera locale.
Ipotiziamo pertanto di ridurle di 15 giorni e differenziarle tra Sud ( 1 giugno – 15 agosto) – Nord (15 giugno – 30 agosto) – Centro (1 luglio – 15 settembre)  … (I miei sono chiaramente solo degli esempi senza base analitica).
E’ evidente che malgrado la riduzione di 15 giorni Vi sarebbe maggiore copertura stagionale!
Vi siete poi mai domandati come mai in molti paesi quando c’è una festività che cade in un week end si aggiunge sempre il lunedi o il venerdi senza affidarsi alla casualità del calendario … o come mai il giorno del ringraziamento negli Stati Uniti cade sempre ultimo giovedi di novembre (permettendo così il ponte e il Black Friday).
Non pensate che i 15 giorni recuperati dalle vacanze Estive potrebbero essere ridistribuiti creando più ponti e festività funzionali alla destagionalizzazione di corto raggio.
Al sud si potrebbe festeggiare lo sbarco dei Mille (11 maggio), al nord le 5 giornate di Milano (18 – 22 marzo)  e al centro l’incontro di Teano (26 ottobre) … (anche questi sono chiaramente solo degli esempi senza base analitica) e questi nuovi ponti potrebbero coincidere o essere a ridosso delle periodi di vacanza degli stranieri.


Insomma questi sono esempi semplicistici e al limite della provocazione (in quanto pensati in questa mezz’ora). Danno però l’idea di cosa si potrebbe fare per allungare le stagionalità delle località turistiche … il fatto per me prioritario é che in ogni caso rimango convinto che se tutto fosse gestito con una logica e finalità strategica si potrebbe migliorare qualitativamente e quantitativamente l’intera offerta turistica italiana, migliorando i risultati di questo settore che già di per sé rappresenta il 10% del PIL ..... e il cui indotto è incalcolabile e probabilmente solo parzialmente sfruttato sia in termini di shopping locale che di export.  

2 commenti:

  1. Provo nuovamente a rispondere (la precedente non è andata a buon fine...) e ripeto che il problema non è solo nella scuola, e neppure nel lavoro: è la mentalità italiana che pare non voler cambiare.
    Vivo a Torino, città da sempre sottoposta agli usi "imposti" dalla FIAT, e neppure in questi ultimi 10 anni (durante i quali la città ha mostrato di essersi fortemente affrancata dalla dominazione industriale passando ad una matrice decisamente più virata sui servizi) le cose sono sostanzialmente cambiate.
    In quanto alle strutture ricettive, il problema è certamente (in parte) nelle infrastrutture, ma anche in tanti altri aspetti: molti alberghi sono piccoli e antieconomici, gestiti senza alcun criterio commerciale, dalle caratteristiche disallineate rispetto agli standard europei e per nulla predisposte all'accoglienza nel senso più completo del termine (disabili, animali, bambini, anziani...)

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  2. Hai sicuramente ragione su tutta la linea ... ma ... Hopper sostiene che la frase più pericolosa in azienda è "abbiamo sempre fatto così" ... Rousseau sosteneva che l'uomo é per sua natura "perfettibile" ... ed io penso che il modo più semplice per spingere un imprenditore ad investire e spendere di più é prospettargli in questo modo di guadagnare + soldi ...

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